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Un approccio con una logica mass market, che tiene conto dei prezzi. Il colosso tedesco Fraudenberg Household Products (FHP) si è avvicinato così al mondo dei robot, già qualche anno fa, quando si incominciò a parlare di robot domestici.

Il gruppo, nato in Germania nel 1849, presente in oltre 50 paesi, con i suoi marchi Vileda, Wettex, Marigold, Gimi e Framar, è leader mondiale dei prodotti per la pulizia della casa. Attivo in Italia dal 1950, il colosso cerca da sempre di connotarsi per la sua tendenza a una costante innovazione. “La logica con cui siamo entrati nel mondo dei robot si può definire democratica”, spiega Fiorello Bianchi, direttore generale di FHP Italia. “Lavorando prevalentemente nella grande distribuzione abbiamo realizzato un robot cattura polvere, una struttura a cui si applica un panno cattura polvere che gira da solo per la casa. Non è però un robot intelligente e oggi lo si trova sui 25 euro. Abbiamo cavalcato l’onda del mercato dei robot domestici che si stava sviluppando, all’interno del quale i prezzi erano compresi dai 300 ai 500 euro. Abbiamo usato questo per avvicinarci al concetto del robot ma in una logica mass market, con un posizionamento prezzi”. FHP aveva già introdotto l’elettronica nei suoi prodotti realizzando, ad esempio, una scopa elettrica senza fili, fino a sviluppare nel corso degli anni una vera e propria linea di prodotti dedicata. “Ci stiamo lavorando da un punto di vista strategico perché ci sono dei mercati adiacenti agli strumenti meccanici che sono nell’area dell’elettronica. Per la pulizia dry (polvere, ndr), il robot è l’evoluzione della vecchia scopa. Abbiamo lavorato sul Windomatic, un aspira gocce senza fili, pensata per la pulizia dei vetri”.

Dall’elettronica ai robot veri e propri il passo è breve. “Stiamo lavorando sui robot in particolare su tre punti prezzo, stando sotto i 500 euro, spaziando dai 120 ai 250 euro, all’incirca con 3 prodotti. Questo perché è un’area che ci interessa presidiare, perché crediamo che possa accrescere il valore della categoria”. La logica di questa strategia, secondo Bianchi, è dettata da fattori oggettivi, tra cui l’invecchiamento della popolazione con un crescente numero di persone che necessitano di strumenti sempre più automatizzati, e l’esistenza di uno strato di consumatori diversi dalle generazioni precedenti, attenti alla pulizia ma che puntano a una convenienza coniugando velocità e il non doversi occupare della casa. “Lavorando su questi punti, la declinazione di alcuni prodotti per noi meccanici nell’area elettrica viene abbastanza spontanea. Abbiamo anche un marchio che regge molto bene questa sfida, secondo alcune ricerche, data la sua credibilità”. I tempi per poter disporre di un robottino che provveda alla pulizia di casa in senso completo? “Tutto è legato al prezzo. Un robottino che sappia svolgere una serie di mansioni implica una progettualità e un costo molti alti. È più facile avere delle situazioni in cui si lavora un po’ per aree di applicazioni. In termini di ricerca e sviluppo stiamo investendo in risorse umane e non escludiamo la nascita di collaborazioni o joint venture”. Poi c’è anche l’aspetto dell’accettazione, oltre al prezzo. Sulla pulizia che implica un lavaggio c’è ancora molto da fare per avere dei prodotti davvero validi secondo le richieste delle consumatrici, italiane in particolare. e questo genera diffidenza verso questo mondo destinato, però, ad evolversi sempre di più.