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Un robot nel retail? «Contribuisci a dare un servizio migliore». Alessandro Lazzaroni, amministratore delegato di Domino’s Pizza Italia, non esita a definire l’idea positiva. E infatti per una settimana ha tenuto il robot Elf di Omitech in un suo punto vendita a Milano. Solo una prova, per vedere per vedere che reazione avrebbe suscitato nei clienti. Certo, 7 giorni sono pochi, ma abbastanza per alimentare la curiosità degli avventori, soprattutto dei più piccoli.

Alessandro Lazzaroni, 39 anni, ad di Domino’s Pizza, con Elf,

Definita una “digital company selling pizza”, l’americana Domino’s Pizza è una delle società più tecnologiche e proiettate verso una continua innovazione. «Il mondo sta andando in quella direzione e non si può non essere pronti», spiega Lazzaroni, 39 anni, alla guida del gruppo in Italia dal 2015. «Robot e intelligenza artificiale fanno paura perché le persone non sono abituate a vederli. La forza di Domino’s è la consegna a domicilio. Fino a poco tempo fa in Italia era molto più diffusa la pizza d’asporto. Se invece le persone capiscono e si abituano alla possibilità di avere un servizio all’altezza delle loro aspettative, sono più contente. La stessa cosa vale per il robot». Prima azienda ad aver fatto consegne a domicilio con i droni, ad aver stipulato un accordo negli Usa con Ford per sviluppare una macchina a guida autonoma per consegnare le pizze, Domino’s ha sempre puntato su tecnologia e innovazione facendone il proprio DNA. «In Australia abbiamo un robottino che effettua le consegne guidato dal GPS. Oltre il 50% del nostro fatturato mondiale – circa 13 miliardi di dollari per il 2017 – proviene da transazioni digital. La tecnologia pervade il nostro business. I nostri negozi sono definiti i tecnologici. Riusciamo a fare 316 pizze in un’ora in una pizzeria perché abbiamo la tecnologia che ci supporta».

Lazzaroni con alcuni dipendenti nel punto vendita che a Milano ha “adottato” Elf per una settimana

L’idea che l’innovazione crei occasioni anziché limitarne, posti di lavori anziché diminuirne è un fatto per Domino’s Pizza, e Lazzaroni, assurto alle cronache per aver assunto oltre 40 fattorini a Torino in occasione dell’apertura del primo negozio nel capoluogo piemontese, ci crede molto. «Un robot che intrattiene i bambini mentre aspettano assieme ai genitori che la pizza sia pronta mi dà la possibilità di offrire un servizio migliore, perché il bambino uscirà di qui con il ricordo di una bella esperienza. Si dovrebbe usare anche in un supermercato, di modo che illustri al cliente a che cibi o vini potrebbe abbinare ciò che ha nel carrello, segnalandogli dei prodotti in offerta. Nei negozi di abbigliamento farebbe da integrazione tra il cliente e il prodotto online e offline, con il magazzino centrale. Vuol dire che magari avremo un commesso in meno nel punto vendita, ma una persona in più nel magazzino».

Nel retail dunque, in tutte le sue declinazioni, l’uso del robot potrebbe fornire non solo un servizio ma anche un’esperienza. Per Domino’s è un treno da non perdere.