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Soluzioni integrate e intelligenti. Il futuro della produzione è flessibile e riconfigurabile di volta in volta secondo le esigenze sempre più diversificate. Omron, azienda leader nel settore dell’automazione industriale, propone la ricetta secondo cui gli algoritmi necessari sono integrati nel sistema di controllo delle macchine, creando una struttura per l’ottimizzazione in tempo reale sulla macchina per la macchina. Il controller, dotato di intelligenza artificiale adattiva, è vicino al punto in cui svolge l’attività e impara a distinguere i meccanismi di funzionamento per una determinata macchina. Grazie a questo controller intelligente nel processo di fabbricazione, le informazioni ricavate dalle esperienze precedenti vengono utilizzate per ottimizzare ulteriormente l’intero processo produttivo.

“L’idea principale è quella di aver creato un robot all’interno della linea di produzione”, spiega Marco Spimpolo, regional marketing manager per l’Italia e la Germania. I settori di applicazione spaziano dalla componentistica automotive al social system, soprattutto in Giappone per ciò che riguarda l’elettro mobilità che tocca la gestione del traffico, il sistema delle metropolitane, fino al campo dell’automazione industriale che genera il 50% di un fatturato globale di 6 miliardi di euro, di cui 160 milioni in Italia.

Una realtà dunque che non smette di puntare sull’innovazione.

“AI, robotica e IoT sono aree trasversali, toccano tutti settori in cui siamo presenti. Al momento la robotica, e cioè l’automazione industriale, è presente nella fabbrica. Omron punta ancora molto sul processo industriale. Ma è certo che in futuro uscirà dal contesto produttivo”. In Giappone l’uso del robot è già presente in termini di assistenza agli anziani, alla luce di una società che sta invecchiando. È un processo che si è appena innescato, bisognerà vedere nel mondo occidentale quali saranno le reazioni, ma la cosa è inevitabile”. E non è detto che sarà negativo.

Già ora, parlando di automazione, l’ingresso di robot non ha tolto lavoro. “I robot spostano semplicemente quelle che sono le capacità, aumentandone il valore. Nasce semmai un problema di competenze e di formazione che soprattutto in Italia saremo chiamati a gestire. Occorre che istituzioni e sistema scolastico-universitario guardino oltre e diano gli strumenti adatti”.