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Un mistero. A tanti non sono ancora chiare le potenzialità di questi nuovi strumenti. Da una parte, a chi lavora in contesti industriali, fanno paura, perché considerati come la causa della perdita del proprio posto di lavoro; dall’altra lasciano indifferente chi non entra in contatto direttamente con loro. Chi, in altre parole, non li vede.

 

Un robot nella hall di un hotel

E così il robot Elf, che l’amministrazione dell’Hotel Lovere dell’omonimo comune in provincia di Bergamo ha voluto mettere nella propria hall, suscita emozioni molto diverse negli avventori dell’albergo. «Curiosità e interesse da parte degli stranieri, indifferenza da parte degli italiani. Fra tutti, i bambini, stranieri e non, cercano di interrogarlo di più. Data anche la forma del robot, per loro è un gioco». Orietta Casali, direttore della struttura tira le somme dei primi mesi di questo ospite fisso nella hall. «Gli stranieri, di qualunque fascia di età, sono molto più interessati a vedere cosa fa, che funzioni ha, a che domande risponde, forti del fatto che il robot è programmato per rispondere sia in italiano che in inglese. Gli italiani, invece, interagiscono molto poco».

Pensato in una declinazione Retail, il robot è stato acquistato dalla struttura nell’autunno 2018 e settato allo scopo di fornire informazioni turistiche sul territorio di Lovere e dintorni e sui servizi offerti dall’albergo. «Non sostituisce in alcun modo il personale dell’hotel», rassicura Casali. «È di supporto ma non può subentrare al lato umano dell’accoglienza. Posto all’ingresso della struttura, funge un po’ da reception, nel senso che smista le prime domande. Dal personale è stato accolto, anzi accolta, essendo una “femmina”, di nome Joy, come un collega».

Il robot nell’ambito Retail è utile anche per una raccolta dati al fine di ottimizzare il lavoro. «In cloud vediamo quali sono state le domande più frequenti, quelle a cui non ha saputo rispondere e via dicendo. Dai dati ricaviamo informazioni per cui, ad esempio, se molti chiedono dove è il ristorante vuol dire che forse l’indicazione per raggiungerlo non è molto visibile. Oppure, a seconda delle risposte che non ha saputo dare, resettiamo le domande che può ricevere. Ogni giorno a fine giornata c’è la verifica delle diverse interazioni tra il robot e il cliente».

Elf all’Hotel Lovere è ancora in fase di esperimento. Ma già ci sono nuove idee di applicazioni. «Da una parte stiamo valutando se settarlo o no per la parte di controllo gestione e contabilità, che funga da aiuto alla parte amministrativa dell’azienda, ad esempio per la registrazione delle fatture. Dall’altra, in un secondo tempo, vorremmo mettere dei rilevatori nei corridoi e nelle zone comuni che, comunicando con il robot, gli forniscano una sorta di mappa virtuale all’interno della quale Elf può muoversi. Il robot potrebbe così accompagnare gli ospiti in quella data camera o dirigerli verso il ristorante».

Il robot maggiordomo con funzioni di contabile potrebbe liberare il personale degli alberghi da incombenze burocratiche, dedicandosi maggiormente al lato umano dell’accoglienza, che resta centrale nell’ambito dell’attività.